Laura Crespi

 

                                            

Nietzsche, Heidegger, Derrida. Dopo la laurea in Filosofia teoretica li avevo chiusi tutti in un cassetto. Per vent’anni – come giornalista professionista – mi sono data alla cronaca locale per settimanali di provincia:
passavo le mie giornate a occuparmi della vita degli altri, mentre la mia trascorreva inconsapevole fra un conflitto e l’altro, fino a una sera di ottobre del 2012, quando a riaprire quel cassetto ci ha pensato l’acqua.
Ero immersa in piscina durante una dimostrazione di Water Shiatsu, quando per la prima volta ho sentito il respiro del compagno che tenevo in galleggiamento fra le mie braccia fondersi con il mio. In un attimo l’assoluto. Ho capito in quell’istante che avrei voluto fare quello per sempre. Ero al mio posto. Tutte le tessere della mia vita, finora sparse in disordine, avevano improvvisamente acquistato un senso. Lì mi sono resa conto che io nella vita volevo fare del bene ed essere autentica.
La potenza dell’acqua calda del Watsu. “Umile, utile, preziosa e casta”, dice Italo Bertolasi, il mio maestro, citando San Francesco.
Uscita dalla piscina, ho subito chiesto a Italo di iniziare la formazione. Lui ha provato a scoraggiarmi: “E’ lunga e costosa”. Troppo tardi: ero già partita.
Dopo il diploma di Watsu Practitioner, nel 2017, ho conseguito quello di Shiatsuka professionista nel 2018 allo Shambala di Milano con il maestro Douglas Gattini, lo stesso anno ho superato l’esame alla Federazione Italiana Shiatsu e in Regione Lombardia per l’attestato di competenza professionale.
Ancora a luglio del 2018 ho ottenuto il diploma di operatore professionista di Filosomatica con Miguel Angel Bertran. Altra esperienza meravigliosa che mi ha portato sempre più verso la ricerca del contatto autentico con me stessa e con l’universo umano e la Natura. Ho sperimentato che tutto nell’Universo è interconnesso, compreso soprattutto l’essere umano.
Credo che anche la cura non possa prescindere da questo orizzonte sociale. Come Watsu Practitioner ho condotto il progetto “Watsu per le donne”, rivolto alle donne assistite dal Centro Antiviolenza di Treviglio (Bg). Come Shiatsuka invece ho portato lo Shiatsu al nucleo Alzheimer dell’Rsa Anni Sereni di Treviglio nell’ambito di un progetto di medicina integrata condotto con il geriatra responsabile del reparto. Sempre come operatrice Shiatsu ho partecipato insieme ai colleghi dello Shiambala di Milano all’Alzheimer Cafè di
Cormano. E’ stato durante il corso di preparazione all’esame per l’attestato di competenza regionale di Shiatsuka che ho incontrato per la prima volta l’ADM. Angelo Granata e Daniela Braghieri mi hanno travolto con la loro energia vulcanica. Il movimento, le posizioni: tutto sembrava un gioco, un gioco da ragazzi. Il gioco però è una cosa seria, che regala esperienze e conoscenze fondamentali. Così due anni dopo, nel 2020, ho iniziato il percorso di formazione, concluso a luglio 2022 con la tesi “Coi piedi per terra e la testa fra le nuvole”, l’incontro fra lo Shiatsu e l’ADM. Cercavo una disciplina che potesse fornirmi strumenti per dare compiti a casa ai miei riceventi dello Shiatsu e mi sono invece trovata a fare un meraviglioso lavoro su e dentro di me, prima di tutto. Ho fatto esperienza del valore della responsabilità verso me stessa e dell’importanza di rendermi protagonista della cura della mia salute. Ora comprendo e condivido a fondo l’affermazione di Masunaga: “la salute è un dovere prima che un diritto”.

“Il viaggio è partire”, dicono i maestri Zen, e il cammino non finisce mai…